L’articolo di oggi verte su quattro libri fantasy accomunicati dal tema del viaggio e da caratteristiche che si rintracciano abbastanza spesso nei libri indirizzati all’infanzia: l’antropomorfismo negli animali e negli oggetti inanimati e la loro ascesa al ruolo di protagonisti. Ma chi ha detto che non esistono opere di questo genere concepite per attrarre e incontrare i gusti di una più vasta cerchia di lettori? Vediamo i prescelti più nel dettaglio.
1) “La collina dei conigli” di Richard Adams
Titolo: La collina dei conigli
Autore: Richard Adams
Casa editrice: Best BUR
Pagine: 429
Nel sud dell’Inghilterra, sulle colline del Berkshire, vive in pace una numerosa comunità di conigli. Tra loro c’è il piccolo Quintilio, che ha il potere di fare dei sogni premonitori: questa volta il sonno gli ha parlato di una terribile minaccia che sta per abbattersi sulla sua gente. Qualcosa di inspiegabile, che viene dagli uomini. Ma quando tenta di mettere in guardia il suo popolo, come spesso accade ai profeti, nessuno gli crede. E cosa può fare il piccolo Quintilio se nemmeno il Coniglio Capo gli presta attenzione? Semplice, decidere di fuggire lontano con un gruppo di amici fidati. Attraverso terre sconosciute e impervie, la coraggiosa compagnia di conigli intraprende un viaggio alla conquista della libertà e di una nuova possibilità di vita, imbattendosi in pericoli di tutti i tipi: da una conigliera dove i conigli sono un po’ apatici ma hanno cibo in abbondanza (anche se ogni tanto qualcuno scompare), a una strana comunità dove le coniglie non fanno più cuccioli… Un romanzo epico, a metà tra Tolkien e Orwell, un classico in cui Richard Adams dà forma a un universo divertente e appassionante, alla ricerca di un mondo migliore.
Douglas Adams ci ha lanciati nell’iperspazio sfruttando la propulsione d’improbabilità infinita. Richard Adams, invece, che con Douglas condivide solo il cognome, non le fronde dell’albero genealogico, ha propositi più rasoterra (nel senso letterale del termine): apre il terreno sotto ai nostri piedi per guidarci nella società gerarchizzata di una colonia di conigli. E la terra, per i nostri conigli antropomorfi, si aprirà davvero. Quando l’espansione dell’uomo minaccia la sicurezza della loro conigliera, Moscardo, Quintilio e una piccola compagnia di esuli si imbarcano in una missione verso un orizzonte privo di pericoli mischiando e uniformando al meglio filosofia, epicità e grandi emozioni.
L’ho snobbato per mesi con la convinzione (sbagliata) che fosse un libro destinato ai bambini. Non ripetete il mio errore.
2) “Bone” di Jeff Smith
Titolo: Bone
Autore: Jeff Smith
Casa editrice: Bao Publishing
Pagine: 1338
Dopo essere stati cacciati da Boneville, i tre cugini Bone – Fone Bone, Phoney Bone e Smiley Bone – sono costretti a separarsi e si perdono in un vasto deserto non segnato sulle mappe. Uno alla volta, raggiungeranno una grande valle coperta di boschi e popolata da meravigliose e terrificanti creature. Sarà il più lungo – e incredibile – anno delle loro vite.
Non lasciate che quel 1338 vi spaventi: si tratta della raccolta completa di tutti i volumi di una serie a fumetti che ha debuttato negli Stati Uniti tra il 1991 e il 2004. Un’autentica goduria estetica grazie alle tavole full-color che mettono in risalto il tratto cartoonistico di Jeff Smith.
La trama si snoda attraverso le peripezie dei cugini Bone, tre bianche, simpatiche “ossa” antropomorfe, che si imbattono in una Valle misteriosa dopo essersi persi nel deserto. I nostri amici hanno tutta l’intenzione di tornare fra i loro simili, a Boneville, ma oscure creature si annidano in questa valle, oltre a un ancora più oscuro Signore delle Locuste, e malgrado i loro propositi finiranno per trattenersi più a lungo del previsto, lasciandosi coinvolgere in eventi più drammatici del previsto. Un connubio perfetto tra fantasy, epicità e umorismo.
3) “Gli orchi” di Michael Peinkofer
Titolo: Gli orchi
Autore: Michael Peinkofer
Casa editrice: Armenia
Pagine: 544
Un nuovo capitolo dell’eterna saga degli orchi. Deformi, crudeli ma, all’occorrenza, anche coraggiosi, i fratelli Balbok e Rammar, reclutati per portare a compimento una missione segreta, si dirigono verso il leggendario tempio di Shakara. Ha così inizio un’avventura densa di suspense, azione e ironia, che sconvolgerà il mondo degli orchi. Recuperare la Mappa di Shakara, che indica la via verso la conoscenza, tuttavia si rivelerà un compito tutt’altro che agevole: il viaggio infatti sarà disseminato di insidie e di incontri spiacevoli. Ai due, però, non rimane altra scelta che prendere la via del nord, avventurandosi in un’impresa nella quale in molti hanno già fallito, perdendo la loro vita.
Pur avendolo letto eoni fa, i ricordi fumosi di questo libro mi fanno ancora affiorare un sorriso.
Com’è la vita dalla parte dei rozzi e fetidi orchi? Se Tolkien ha schiuso l’uscio su questa razza da romanzo fantasy, il teutonico Peinkofer spalanca il portone e ci catapulta in una storia tutta incentrata su di loro con uno stile e un’ironia irresistibili. Preparatevi ad allenare il diaframma sin d’ora, o saran dolori. Da leggere.
Bonus: “Roverandom. Le avventure di un cane alato” di John R. R. Tolkien
Titolo: Roverandom. Le avventure di un cane alato
Autore: John R. R. Tolkien
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 173
Mentre è in vacanza nel 1925 il piccolo Michael, cinque anni, perde l’amatissimo cane sulla spiaggia. Suo padre, J.R.R. Tolkien, per consolarlo gli racconta la storia di un cane di nome Rover che, trasformato in un minuscolo giocattolo da un mago, affronta una tumultuosa girandola di avventure. Rover finisce nella vetrina di un negozio di giocattoli, poi tra le mani di un bambino che lo smarrisce. Cominciano così le mirabolanti peripezie di Roverandom, come viene ribattezzato, che lo portano a viaggiare a dorso di gabbiano fino alla luna, dove impara a volare, e poi in un palazzo sottomarino abitato da fate, gnomi e sirene. Solo allora l’incantesimo potrà essere rotto, solo allora Roverandom potrà realizzare il suo desiderio più grande: tornare a casa come un cane normale.
In Roverandom non scorre la vena epica che troviamo nelle opere più gettonate di Tolkien, come Il Silmarillion. Le avventure di questo cagnolino sono perlopiù mirate a un pubblico giovane, ma non mancano di riservare qualche elemento di interesse ai lettori più maturi. Insomma, non capita tutti i giorni di interagire col mondo dalla prospettiva di un quadrupede col naso a tartufo!
Avete letto qualcuno di questi titoli o ne conoscete altri della stessa risma? La parola (o il commento) a voi!
La lepisma libraia