Sono solo sette i ricconi che ad oggi han potuto godere del privilegio di una vacanzina suborbitale (fonte: Wikipedia) dietro pagamento di cifre non esattamente abbordabili, perciò l’idea di una guida di massa per aspiranti turisti spaziali suona un po’ prematura. Ma è per questo che esiste il condizionale. Se fosse possibile trascorrere le ferie su Marte, quali sarebbero le attrazioni da visitare, quali le trappole da evitare? Le mete spaziali sono parecchio lontane: quali sono le regole per una pacifica convivenza insieme ai compagni di astronave?
Sognare e congetturare, in fondo, sono attività alla portata di tutti i portafogli. E Destinazione spazio soddisfa, nell’arco di duecento pagine, tutta la nostra curiosità di vagabondi. Vediamolo assieme.
Titolo: Destinazione spazio. Una guida per coloni e turisti
Autore: Neil F. Comins
Genere: scientifico
Editore: Hoepli
Pagine: 238
Se avete sempre sognato di viaggiare nello spazio, ora avete l’opportunità di capire questa esperienza come mai prima. Il viaggio nello spazio e addirittura l’emigrazione verso mondi vicini potrebbero presto diventare parte dell’esperienza umana. Scienziati, ingegneri e investitori stanno lavorando alacremente per rendere reali il turismo e la colonizzazione spaziale. Gli astronauti ci raccontano come un viaggio extraterrestre sia incredibilmente avventuroso, ma per godere in pieno di questa esperienza occorrono una serie di adattamenti fisici e mentali praticamente in ogni aspetto della vita, da come ci si muove a come si mangia. Chiunque vada nello spazio vede la Terra e la vita sul nostro pianeta da una prospettiva radicalmente diversa rispetto a prima del decollo. Neil F. Comins, astronomo e scienziato della NASA/ASEE, ha scritto questo libro per tutti gli interessati all’esplorazione spaziale. Descrive le meraviglie che i viaggiatori incontreranno – l’assenza di peso, i panorami mozzafiato della Terra vista dal cosmo, l’opportunità di camminare su altri mondi – e insieme anche i pericoli: radiazioni, proiettili, atmosfere irrespirabili, malfunzionamenti potenziali dell’attrezzatura. Al tempo stesso, racconta in dettaglio alcuni viaggi particolari verso destinazioni come stazioni spaziali, la Luna, gli asteroidi, le comete e Marte – il candidato principe per la colonizzazione. Sebbene ci siano molte difficoltà tecniche, Comins le spiega con un linguaggio chiaro per ogni lettore, riassumendo i punti chiave dello stato dell’arte in astronomia, fisica, biologia, psicologia e sociologia in un manuale di viaggio davvero completo.
Destinazione spazio: la recensione
Comins si scalda i muscoli con una panoramica del nostro Sistema Solare: ci presenta i più papabili candidati del turismo spaziale del futuro, asteroidi e comete in orbita attorno al nostro pianeta, e introduce i concetti di radiazione elettromagnetica e forza gravitazionale in uno stile un po’ sterile e accademico, ma accessibile a chiunque conosca l’alfabeto. L’unico conteggio, infatti, è quello dei numeri di pagina.
Se siete negati con la matematica e temete che questo libro trascenda le vostre capacità di comprensione, vi posso tranquillizzare: è una guida per profani totali ed è infarcita di un sacco di dettagli interessanti. Lo sapete che le comete hanno due code, l’una di polveri e l’altra di gas, e che quest’ultima coda punta sempre in direzione opposta al Sole?
È dal capitolo 2 in poi che lasciamo il territorio già calcato e ricalcato da altre opere di scienza per addentrarci nel futuro ipotetico. Si dice che l’universo sia infinito, ma carburante, ossigeno e viveri, ahimè, si esauriscono in fretta. A qualche decennio da ora, fin dove saremo in grado di spingerci nel nostro vicinato cosmico? Presto detto: potremmo sperimentare l’assenza di gravità in un volo suborbitale di pochi minuti, orbitare per qualche giorno attorno alla Terra sulla scia della Stazione Spaziale Internazionale, emigrare qualche settimana sulla Luna o fare un “astrostop” di qualche mese sull’asteroide 2010 TK7. Per la gioia dei cosmopoliti più agguerriti ed estremisti, potremmo addirittura raggiungere uno sviluppo tecnologico tale da spianare la via alla colonizzazione di Marte e delle sue lune.
Test fisici e psicologici? Perché?
Interrotta è la lettura di Destinazione spazio, spalancata è la bocca della valigia che ha fame dell’attrezzatura indispensabile a un lungo viaggio: giochi di società, libri, cellulare e – guai a dimenticarla! – macchina fotografica. L’adrenalina vi ha preceduti ed è già schizzata alle stelle, ma ecco l’intoppo, il segnale di STOP! che vi impone di inchiodare e riaprire il libro.
Il turismo spaziale, insegna Comins, nasconde molte insidie. Dalle avarie dei motori ai detriti spaziali che, sfuggiti alla prevenzione dei radar, aprono un buco nel telaio dell’astronave, dalle differenze culturali e linguistiche coi vostri compagni alle difficoltà di adattamento alla vita in microgravità… c’è tutta una ridda di potenziali problematiche dei voli interstellari che il nostro entusiasmo ci impedisce di affrontare con la dovuta prudenza. Se il nostro corredo genetico ci esponesse a un più alto rischio di contrarre determinate patologie? Se il primo giorno di volo ci inimichiamo metà dei nostri compagni di viaggio? E come ci proteggiamo dalle radiazioni cosmiche, di cui è intriso lo spazio profondo? E se ci si caria un dente? A quanto pare, nello spazio i batteri della nostra bocca si riproducono fino a cinquanta volte più velocemente che se fossimo sulla Terra. Un solo appuntamento mancato col rituale del dentifricio potrebbe decretare la morte di un molare…
Sono queste e tante, tantissime altre le questioni che Comins approfondisce (forse anche troppo, ai limiti del pessimismo) nei capitoli al cuore del libro, prima di suggerire come trarre il meglio dalla nostra esperienza e nutrire la nostra fantasia con suggestivi scatti della geologia della Luna e del pianeta rosso. Come garantire l’approvvigionamento di cibo, acqua e ossigeno a eventuali coloni su Marte? Faremo uso di astronavi cargo o coltiveremo le verdurine in serra? Questo bel sassolino del suolo lunare farebbe un figurone sulla mensola del mio camino, aspetta che me lo intasco. Insomma, Comins non lascia nulla al caso e a ogni pagina arricchisce la nostra conoscenza di ciò che si trova ben al di sopra delle nuvole.
Deformazione professionale nella fiction
Succulenti, infine, i bocconcini battezzati Scienza e fantascienza, volti a sfatare alcune trovate tecnologicamente o fisicamente improbabili di film e romanzi sci/fi.
L’aria è tenuta intorno alla Terra dall’attrazione gravitazionale che il pianeta esercita sugli atomi e le molecole dell’atmosfera. Questa massa di gas preme su ogni cosa presente sulla superficie della Terra con una pressione media di 100 kPa. Tuttavia, i nostri corpi si sono evoluti in modo tale che non sentiamo la pressione dell’aria mentre ce ne stiamo seduti in una stanza a finestre chiuse. Sentiamo la pressione dell’aria quando c’è il vento: maggiore è la velocità del vento, più forte la pressione. Intorno a Marte c’è meno aria che nella nostra atmosfera, così la pressione normale è di soli 0,06 kPa, 160 volte meno di quella terrestre. Ciò significa anche che quando soffia il vento su Marte, la pressione che avvertiamo è minore di quella esercitata dai venti terrestri. La pressione atmosferica marziana equivale allo 0,6 per cento di quella terrestre. Così, un vento su Marte a 160 km/h è percepito come uno terrestre a 16 km/h e una grossa tempesta sul pianeta rosso non sarebbe affatto in grado di spazzare via una persona, come si vede nel film The Martian.
Vi lascio con un’altra citazione del libro che si presta a parecchi spunti di riflessione. L’artwork è invece cortesia di DeviantArt.
[…] l’esperienza più importante di tutte sarà forse l’aver visto la Terra come un tutt’uno, in un modo incredibilmente più completo di come apparve a me dalla cima del Monte Rigi. Quella visione, le ore e ore passate a osservare, vi cambieranno, cambieranno tutti. Quale meraviglia è vedere il mondo intero da un finestrino, dal profondo dello spazio, specialmente se quel mondo è casa vostra, la Terra. […]
È la consapevolezza che là sotto c’è casa. La vostra casa, la vostra famiglia, l’origine della vita come la conoscete. La vita è cominciata su quella palla azzurra, marrone e bianca che vi sta di fronte fuori dal finestrino, che brulica delle cose più complesse, belle, uniche e interessanti che esistano nell’universo conosciuto.
Considerare la Terra come un’entità sola proprio come la vedete nello spazio vi porterà a chiedervi come sia possibile che la gente sulla superficie abbia una visione tanto ristretta sul pianeta, la vita, tutto. Vi domanderete perché non riusciamo a vivere insieme senza ferirci, senza offenderci.
Per concludere
La teoria dei viaggi spaziali condensata in un volumetto dal linguaggio chiaro, con qualche deriva prolissa che gli sottrae il voto pieno. Abbondante è il cibo per il nostro pensiero: chissà se compieremo il grande salto dal dire al fare nell’arco di qualche decennio?
La lepisma libraia