È un gelido gennaio, questo che ci propone il 2019. E la selezione delle novità di questo mese, dunque, non può che iniziare con…
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
Titolo: In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
Autore: Roland Schimmelpfennig
Casa editrice: Fazi
Pagine: 230
In libreria dal 17 gennaio 2019
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo un lupo attraversa il confine polacco-tedesco e si dirige verso Berlino. Un manovale polacco bloccato in autostrada a causa di un incidente lo vede e lo fotografa. La sua compagna fa pubblicare la foto. Negli stessi giorni due adolescenti scappano di casa e dalla provincia brandeburghese si mettono in viaggio per raggiungere la capitale, dove sperano di rintracciare un amico; un padre alcolista esce dalla clinica e si mette sulle tracce dei due ragazzi; una madre depressa torna nei luoghi della sua radiosa gioventù; un losco cileno proprietario di un locale tinteggiato di nero ospita i due ragazzini… E mentre la città, coperta di neve, s’impregna di un misto di paura e attrazione verso il lupo e crede di avvistarlo in ogni angolo, l’animale si nasconde, si sottrae, per poi apparire dove nessuno se lo aspetta. Una silenziosa parabola del cercare, del morire, del bere, del perdersi e del ritrovarsi segna il debutto narrativo del drammaturgo tedesco più tradotto al mondo. “In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo” è una fiaba metropolitana ambientata sul palcoscenico minimalista della Berlino dei nostri giorni: Schimmelpfennig posiziona i riflettori in modo da illuminare di volta in volta un solo angolo della scena, mostrandoci personaggi incapaci di uscire dalla solitudine del loro cono di luce; sullo sfondo, i fantasmi della DDR incontrano i mostri della gentrificazione.
La cosmopolita Berlino m’ha ospitata due volte: nel 2008, con una toccata e fuga di tre giorni come coronamento di cinque anni di scuola superiore, e poi per un mesetto in vacanza-studio ad agosto 2013. Non è una città che si lascia amare a vista d’occhio. Più che appagare gli occhi, infatti, appaga la curiosità dello storico e di chi all’acqua smeraldina preferisce i corridoi di un museo. La lepisma non è animale da spiaggia e questo libro l’ha quasi intossicata di nostalgia.
Un milione di volte buonanotte
Titolo: Un milione di volte buonanotte
Autore: Kristina McBride
Casa editrice: Newton Compton
Pagine: 352
In libreria dal 17 gennaio 2019
La notte della festa prima delle vacanze, la diciassettenne Hadley prende “in prestito” l’auto di Ben, il suo ragazzo. Ovviamente senza dirglielo. Peccato che Ben non sia un tipo che lascia correre, e si vendica postando sui social una foto compromettente di Hadley senza veli, a beneficio di tutta la scuola. Quando viene avvertita di quello che sta succedendo, Hadley si trova a dover prendere una decisione. Può tornare indietro alla festa e costringere Ben a eliminare la foto oppure vendicarsi a sua volta portando la sua adorata macchina il più lontano possibile dalla sperduta cittadina dell’Ohio in cui vivono. Nel primo caso il piano per vendicarsi potrebbe portare alla luce segreti sconvolgenti. Nell’altro Hadley si ritroverebbe intrappolata nell’auto con il suo ex, Josh, costretta a rivivere con lui tutti gli errori commessi nel passato, incluse le cause della loro rottura. Hadley è di fronte al bivio e può scegliere solo una delle due strade… o forse no?
La forchetta, la strega e il drago. Racconti da Alagaësia
Titolo: La forchetta, la strega e il drago. Racconti da Alagaësia
Autore: Christopher Paolini
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 288
In libreria dal 22 gennaio 2019
Tre storie ambientate ad Alagaësia, un assaggio della nuova vita di Eragon e un estratto delle memorie di Angela l’erborista. Per tornare a immergersi nell’affascinante e antico mondo del Ciclo dell’Eredità.
«Cavalieri di Draghi, preparatevi a vivere un’avventura incredibile, anzi tre, Christopher Paolini, creatore di Eragon e inventore del mondo incantato di Alagaësia, torna con un volume che riunisce appunto tre storie» – La Lettura
È passato un anno da quando Eragon ha lasciato Alagaësia in cerca del luogo perfetto in cui addestrare una nuova generazione di Cavalieri dei Draghi. È alle prese con una lista lunghissima di compiti e doveri: costruire una fortezza a misura di drago, discutere con i fornitori, vegliare le uova dei futuri draghi e tenere a bada i belligeranti Urgali e gli altezzosi Elfi. Poi una visione degli Eldunarí, una visita inaspettata e un’appassionante leggenda degli Urgali gli offrono la distrazione di cui ha tanto bisogno e gli mostrano le cose sotto un’altra prospettiva… Tre storie inedite ambientate ad Alagaësia, un assaggio della nuova vita di Eragon e un estratto dalle memorie di Angela l’erborista – di cui è autrice Angela Paolini, che ha ispirato il personaggio della strega – per tornare a immergersi nell’affascinante e antico mondo del Ciclo dell’Eredità.
A Christopher Paolini piace fare castelli con mazzi di banconote. Questo suo ultimo scritto, insieme alla già infelice pubblicazione di Inheritance al secolo, ne è la prova definitiva. Si è aggiudicato una recensione da segno meno.
La macchina del tempo
Titolo: La macchina del tempo
Autore: Herbert G. Wells
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 144
In libreria dal 22 gennaio 2019
Un inventore mette a punto una macchina del tempo con la quale riesce a raggiungere l’anno 802 701. Vi trova un mondo diviso in due razze umane: gli Eloj, creature delicate e pacifiche che conducono una vita di svaghi, e i Morlock, esseri pallidi e ripugnanti che vivono nei sotterranei.
«Era orribile sentire nel buio tutte quelle creature viscide ammucchiate su di me, come essere in una mostruosa ragnatela».
Dopo angoscianti avventure, riuscirà ad andare ancora piú lontano nel tempo, in una Terra senza piú tracce di uomini, abitata soltanto da crostacei con «occhi maligni» e «bocche bramose di cibo». Fantascienza, critica sociale, romanzo distopico: il capolavoro di Wells è soprattutto l’opera di un grande visionario e Michele Mari, nel ritradurlo, ha trovato pane per i suoi denti. L’incontro tra lo scrittore-traduttore e uno dei suoi romanzi preferiti era destinato a produrre scintille… Traduzione e cura di Michele Mari.
Era proprio necessaria questa ritraduzione? La lepisma annuisce: non è mai troppo tardi per modernizzare i classici e riproporli alle nuove generazioni.
L’ uomo delle castagne
Titolo: L’ uomo delle castagne
Autore: Soren Sveistrup
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 560
In libreria dal 22 gennaio 2019
Dall’autore della serie tv The Killing, un thriller di grande livello, un’invenzione narrativa complessa, un’indagine per comprendere come un’ossessione perfetta può deviare la mente di un individuo.
Troppe cornacchie dietro il trattore. Saltellano freneticamente intorno a qualcosa di bianco, pallido e informe. Un maiale. Gli occhi spenti, il corpo che freme e si agita, come se provasse a spaventare le cornacchie, appollaiate a mangiare da un grosso foro di arma da fuoco sulla sua nuca.
Un navigato agente di polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. Qualcosa non va. Un maiale morto lasciato lì. Non si fa così, in campagna. Apre la porta d’ingresso, socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. Cammina fino all’ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi – infantili, incompleti, deformi – lo guardano ciechi. Stravolto, si chiude la porta alle spalle, senza sapere che l’assassino lo sta fissando. Così si annuncia, spaventosa, la storia dell’Uomo delle castagne, un thriller di grande livello, il primo romanzo di Søren Sveistrup, autore della serie tv The Killing – il cult mondiale che ha appassionato milioni di spettatori – e sceneggiatore dell’Uomo di neve, il film tratto dal romanzo di Jo Nesbø. Un’invenzione narrativa complessa, un assassino disumano che si muove nel fondo di questo libro con una cupezza senza eguali, un’indagine condotta con angosciata bravura da due detective – uomo e donna, lui e lei – costretti a scendere mille gradini per comprendere come un’ossessione perfetta può deviare la mente di un individuo. Nemmeno Hitchcock. Perché poi un grande thriller nasce soltanto da un magnete, un chiavistello del male che attira, che vi attira inesorabilmente là, nella stanza degli omini che dondolano. Un capitolo vi lascerà il gusto di essere su una pista possibile e il seguente vi dirà di cambiare strada. Perché l’Uomo delle castagne ha pensato a tutto e ricorda ogni cosa. Gli altri, finti innocenti, hanno dimenticato.
La lepisma libraia