Sono caduta ad angelo in un’imboscata a opera della mia bacheca di Facebook. La serie Good Omens è sulla bocca, o meglio sulla tastiera, di tutti: come accedo al social network, i contatti mi propongono cascate di meme e fan art ispirati all’iconico duo. La curiosità ha avuto la meglio e ho finito anch’io per lasciarmi trascinare dalla corrente d’entusiasmo: non c’è niente di meglio di una serie che puoi macinare in un giorno (si compone di appena sei episodi) e che puoi sperimentare in altro formato come premio di consolazione per la sua brevità.
Perché Good Omens era, al principio, un libro benedetto dal Genio Divino.
Titolo: Good Omens (in precedenza “Buona Apocalisse a tutti!”)
Autori: Neil Gaiman e Terry Pratchett
Genere: fantasy/umoristico
Editore: Mondadori
Pagine: 381
Il mondo finirà sabato. Sabato prossimo. Subito prima di cena, secondo «Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, strega», l’unico libro di profezie assolutamente accurato al mondo, scritto nel 1655. Le armate del Bene e del Male si stanno ammassando e tutto sembra andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un tantino pignolo e un demone che apprezza la bella vita non sono proprio entusiasti davanti alla prospettiva dell’Apocalisse… Ah, e pare anche che qualcuno si sia perso l’Anticristo. Metti insieme Terry Pratchett e Neil Gaiman… e si scatenerà l’inferno. In un modo fantastico. Già pubblicato da Mondadori con il titolo «Buona apocalisse a tutti!», «Good Omens» è ora una serie televisiva.
Good Omens: la recensione
Good Omens, aka La storia di come un equivoco salvò il mondo. Scritto a quattro mani da Neil Gaiman e Terry Pratchett (American Gods e la serie del Mondo Disco accendono qualche lampadina?), questo romanzo è pregno di quell’umorismo dell’assurdo che è valso alla Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams un posto nel mio cuore e in bella vista sulla mensola. Ordunque, umorismo inglese a parte, di che tratta?
L’umanità allora
Dei primi capitoli del Libro della Genesi abbiamo tutti sentito più o meno parlare: Eva, appena forgiata da una costola di Adamo, viene persuasa da un serpente a mangiare un frutto proibito dall’albero della conoscenza. Agli occhi di Dio, il morso alla mela si configura così grave da costare ai due umani l’estromissione perpetua dal giardino dell’Eden.
Good Omens si intrufola a questo punto della cronologia biblica: l’angelo Aziraphale, uno dei custodi delle porte del giardino, e il demone Crawly, il serpente tentatore di cui sopra, osservano l’umanità che muove i primi, stentati passi nel mondo mortale. Passati i convenevoli durante i quali i due fanno reciproca conoscenza, cominciano a chiedersi, nel libro come nella serie targata Prime: Non è stata una reazione un po’ esagerata, quella dei piani alti? Poi, proseguendo con le domande scomode: E se la faccenda della mela fosse stata la cosa giusta?.
L’umanità adesso
Avanti veloce di qualche secolo: l’uomo ha sopraffatto la natura, l’ha piegata al proprio volere, ha colonizzato l’intero pianeta Terra ed è riuscito a firmare coi suoi detriti anche la superficie della Luna. Aziraphale e Crawly, ora ribattezzato Crowley, si sono stabiliti fra i mortali, assorbendo le loro abitudini e nel contempo sondando il terreno in vista dell’Apocalisse predetta dalle Scritture.
Quando scatta il conto alla rovescia con la venuta in terra dell’Anticristo nella rosea e tozza figura di un neonato che verrà battezzato Adam da una coppia di ignari neogenitori, ad Aziraphale e Crowley casca metaforicamente il mondo addosso. Ma come?, si chiedono. L’Anticristo, proprio adesso?! La bella vita da aristocratici tra gli umani ha i giorni letteralmente contati: angelo e demone dovranno rientrare nelle rispettive fazioni per partecipare al più colossale scontro tra eserciti che l’universo abbia mai conosciuto.
Non c’è margine di opposizione, d’altronde. L’inferno ha già progettato tutto nei più infinitesimi dettagli, il piano per l’ascesa dell’Anticristo è a prova d’errore. Con la compiacenza dell’Ordine delle Chiacchierone di St. Beryl, suore cattoliche in via ufficiale, sataniste in via ufficiosa, il bimbo dovrà essere affidato alle cure di genitori attentamente selezionati e sarà dedito al Male sin dai primi vagiti nella culla. Il mondo finirà, che tutti gli oppositori lo vogliano o meno.
Ma com’è che si dice? L’errore, come la vita, trova sempre un modo…
Azi e Crowley, sistema binario e inseparabile di Good Omens
Prendo in prestito le parole di Albert Einstein e riformulo: è più facile spezzare un atomo della loro relazione.
Aziraphale e Crowley, si sarà capito, vogliono continuare a vivere serenamente sulla Terra. L’esistenza angelica nel mondo di sopra e quella demoniaca nel mondo di sotto sono troppo standardizzate, strutturate e monotone perché ne provino nostalgia. Gli esponenti dei loro partiti direbbero che si sono lasciati contaminare: vivendo fra gli umani ne hanno acquisito i vizi, i pregi, gli usi. L’esperienza li ha rimodellati a loro immagine e somiglianza. Aziraphale trova la realizzazione di sé collezionando libri rari, Crowley si tinge il pollice di verde e tappezza il suo appartamento di lusso con piante rigogliose. La Bibbia non è propriamente zeppa di angeli librai e demoni giardinieri… Aziraphale non è la quintessenza della bontà tanto quanto Crowley non è quella della malvagità. Ci si chiede: cos’è il bene, cos’è il male?
Entrambi, in una manifestazione di puro bromance, apprezzano una risata davanti a un tavolo apparecchiato per due al Ritz. La lunga permanenza sulla Terra li ha umanizzati, insomma, ma questo processo non li ha privati delle loro responsabilità in quanto esseri soprannaturali: volenti o nolenti, devono rispondere alla chiamata alle armi.
Al ruggire delle moto dei cavalieri dell’Apocalisse, i membri di inferno e paradiso lustrano le spade e alzano gli scudi. Sono pronti, sono agguerriti, sono impazienti di terminare un’attesa che dura da migliaia di anni. L’Apocalisse s’ha da compiere e non importa se la Terra si trova sul fondo del mortaio. La funzione della Terra nella grande scacchiera divina, d’altronde, è quella, appunto, di fare da scacchiera ai due eserciti che si scontreranno. Se poi la polvere si depositerà su un orizzonte di macerie e gusci anneriti dal fuoco, amen.
Ecco giungere, allora, la blasfema proposta. Siamo un angelo e un demone, cane e gatto, bianco e nero. Ma vogliamo la stessa, identica cosa. Deponiamo la finta ostilità (perché non c’è mai stata ostilità fra di noi, ammettilo, amico) e coalizziamoci per ostacolare i piani dei nostri superiori.
Una coalizione inaudita in tutto il regno dei cieli e in tutti i gironi dell’inferno! Per ostacolare i piani dei loro superiori, tuttavia, Aziraphale e Crowley devono prima localizzare l’Anticristo. Impresa spudoratamente semplice nella teoria, non altrettanto nella pratica… e tutto a causa di quel benedettissimo, maledettissimo equivoco.
“Quella checca del sud”, il nerd mancato e la moderna strega
Da soli, Aziraphale “checca del sud” e lo strisciante Crowley compongono un binomio di cui il romanzo non può fare a meno. E se il romanzo a loro sommasse un giovanotto un po’ imberbe e impacciato, uno squinternato cacciatore di streghe, una medium della domenica e l’ultima discendente di una lunga genealogia di fattucchiere? E se in questa schiera già traboccante di personaggi ce ne fossero altri, più giovani, splendidamente caratterizzati, che vanno in giro chiamandosi Them? Loro: Pepper, Brian e Wensley, inconsapevoli amici per la pelle del giovane Anticristo.
Da qui deriva il sottotitolo del romanzo, Le Belle e Accurate Profezie di Agnes Nutter, Strega. Un libro dentro a un libro, un libro di profezie così puntuali e azzeccate da essere stato stampato in un numero risicato di copie (a nessuno piace che gli si predica la data di morte, e piace ancora meno dietro pagamento). Quando una di queste stampe capita fra le mani di Aziraphale, l’angelo prima la riverisce, poi la passa al setaccio con la lente d’ingrandimento. E s’accorge che gli ultimi capitoli prima della fine del libro riguardano proprio l’Apocalisse imminente… come se dopo non ci fosse più nulla da profetizzare.
Anticristo tra predisposizione ed educazione
Aziraphale e Crowley non sono i protagonisti principali, per quanto possa sembrare strano stante ciò che si è scritto finora. Se nella serie di Amazon li troviamo sempre sul palco, questi due nel romanzo ricoprono il ruolo di “siparietto comico irresistibile”. Quello che voglio dire è che non sono funzionali alla trama, perché l’Anticristo avrebbe fatto comunque quello che alla fine ha scelto di fare.
È la forma più pura di libero arbitrio. Il romanzo stesso è un omaggio al libero arbitrio.
Per assolvere al compito affidatogli dalla nascita, si suppone che Adam Young, giovane Anticristo, debba incarnare il Male supremo. C’è un problema, però: in una rosa di personaggi dalle caratterizzazioni estreme, quasi caricaturali, Adam spicca per la sua normalità. L’Anticristo che cresce come un normalissimo ragazzo di periferia? Non si può sentire, eppure… La considerazione che se ne trae ancora una volta è che l’ambiente circostante plasma il carattere più della genetica.
Niente e nessuno è prestabilito. Un angelo non è intrinsecamente buono nella stessa maniera in cui un demone o l’Anticristo non sono intrinsecamente cattivi. Aziraphale e Crowley scelgono di disertare, mentre Adam Young… be’, lo scoprirete leggendo. Si può scegliere di non scegliere. Siamo tutti il prodotto di influenze esterne solo in minima parte perturbate dal nostro corredo genetico.
Good Omens va oltre lo humour
Good Omens è una storia ricca di simbolismi: l’animo ecologista fronteggia la nuova corona del Cavaliere dell’Inquinamento destinato a dominare sul nostro pianeta; la bilancia diventa il nuovo vessillo di Carestia. Mentre scrivo, c’è chi sta ingurgitando il terzo doppio Cheese Burger e c’è chi nei sobborghi di Manila sta rifriggendo il pagpag dell’altra sera. Poco fa girava su Facebook una foto del National Geographic ritraente una cicogna intrappolata in un sacchetto di plastica trasparente.
Attraverso l’uso della terza persona onnisciente, Pratchett e Gaiman ci affidano una storia dove a decretare la vittoria sarà l’unione che fa la forza, il gruppo che resta compatto, l’amicizia che tiene i ranghi serrati. A voi la linea e il piacere di leggere questo libro.
Per concludere
Se avete amato Douglas Adams, Good Omens è un acquisto da farsi a scatola chiusa.
La lepisma libraia